Ortoterapia

VANTAGGI DELL'ORTOTERAPIA

I vantaggi sono stati riconosciuti anche per persone diversamente abili, sia fisicamente sia psicologicamente, tanto che si parla di una vera e propria terapia orticolturale, un percorso alternativo che fa parte delle cosiddette terapie occupazionali, in grado di migliorare la salute sia fisica sia mentale: il soggetto, con l’'assistenza di personale qualificato e all'’interno di progetti con approccio multidisciplinare, dovrà svolgere mansioni come la semina, la raccolta dei frutti, il giardinaggio, la sistemazione dell’'orto, ovvero tutte attività che stimolano l’'olfatto, la vista, il tatto o l'’udito e incrementano capacità e competenze.

Scopriamo allora alcuni degli aspetti più importanti dell'’ortoterapia, per stare meglio con se stessi, con gli altri e con la natura.

Storia dell'’ortoterapia

Fin dall’'antichità al rapporto uomo-natura è stato sempre conferita una valenza spirituale e terapeutica, ma è stato nel corso degli anni che si è preso coscienza di come sfruttare appieno questo connubio trasformandolo in una sorta di terapia alternativa per migliorare il benessere anche di soggetti con problematiche fisiche o psicologiche.

Nella seconda metà dell'’Ottocento in alcuni ospedali americani vennero addirittura istituite delle serre con scopi terapeutici e alla metà del Novecento l’'Università del Michigan approvò un master in “Horticultural Therapy”, nel 1973 fu poi istituita l'’“American Horticultural Therapy Association” e nel 1978, in Gran Bretagna, fu fondata la Società dei terapisti orticulturali.

Oggi negli Stati Uniti ci sono centri specializzati (Horticultural Therapy) e addirittura reparti di ortoterapia in alcuni ospedali come è il caso dell'’Ospedale universitario di New York. Nei Paesi anglosassoni essa è inserita in molti progetti riabilitativi, in Francia è sperimentata in ospedali e centri di riabilitazione e così avviene in Germania, Belgio e Olanda.

In Italia da pochi anni si sta affrontando il tema in modo scientifico e varie iniziative si stanno promuovendo in ospedali, scuole di agraria, centri di riabilitazione e per disabili e nelle carceri.

Benefici

Lavorare a stretto contatto con la natura negli orti-giardini può essere un modo in più per cercare di combattere lo stress, disturbi da ansia, depressione, tossicodipendenza, solitudine degli anziani. Certamente l'’ortoterapia non rappresenta una terapia esclusiva, ma uno strumento in più da abbinare a cure mediche e quanto altro richiesto dal percorso sanitario di ogni singolo caso specifico.

Ma dato che essa non ha controindicazioni, ecco che può essere utile conoscere i benefici che può apportare tra cui:

  • sviluppare motricità
    seminare, potare, raccogliere i frutti e le tante altre attività a contatto con la natura stimolano sicuramente il movimento favorendo inoltre anche il coordinamento occhi-mani-braccia, l'’incremento della forza e della resistenza, il movimento bilaterale;
  • migliorare capacità di apprendimento
    imparare il nome di alcune piante, apprendere nozioni spazio-temporale, ciclicità delle stagioni e tempi adatti per la semina e il raccolto, organizzare lo spazio dell’orto sono tutte attività che incrementano la capacità di apprendimento e la sfera cognitiva del soggetto coinvolto oltre a stimolare concentrazione, capacità logiche e memoria;
  • rafforzare l'’autostima
    il soggetto infatti è chiamato a svolgere un ruolo attivo e dal suo impegno ed operato poi si possono vedere realmente i frutti;
  • favorire la socializzazione
    l'’individuo infatti è inserito in un gruppo di lavoro dove si persegue un intento comune e si svolge una attività assieme agli altri condividendo spazi, strumenti, fini ed obiettivi, per questo l’'ortoterapia è consigliata anche a soggetti autistici o con handicap fisici che hanno portato l'’individuo all'’isolamento;
  • riconoscere e gestire le emozioni
    eventuali tensioni e atti più aggressivi o violenti manifestati dal soggetto nel corso delle sue attività di ortoterapia non generano naturalmente reazioni da parte del mondo vegetale pertanto in questo modo il soggetto ha tempo e occasione di sfogare le proprie tensioni sapendo poi man mano riconoscere la propria emotività, imparando a gestire le sensazioni, gli stati d’animo e a esprimere le proprie emozioni;
  • aumentare la percezione di se stessi
    il contatto diretto con la natura e la terra fanno sì che l’'individuo progressivamente acquisisca competenze e abilità che rafforzano la sua percezione positiva;
  • orientare al mondo del lavoro
    al termine di alcuni percorsi si acquisiscono realmente capacità e metodi di lavoro utili anche per poter poi svolgere delle attività professionali legate alla natura, alla lavorazione della terra e alla raccolta dei suoi frutti.
Libri per approfondire l’'ortoterapia e i suoi benefici
  • Hank Bruce – Introduzione all’Ortoterapia. Il giardino dei sensi. Orti e Giardini: luoghi di benessere e terapia, Macro Edizioni.
  • Pia Pera – Giardino & orto terapia. Coltivando la terra si coltiva anche la felicità, Salani Editore.

ORTOTERAPIA

L'’ortoterapia è una nuova terapia alternativa, capace di migliorare lo stato di salute degli individui, sia da un punto di vista prettamente organico, che psicologico.

La ‘Horticultural Therapy’ è nata nei paesi anglosassoni, dove la natura è da sempre molto amata. Tutti gli inglesi infatti hanno un piccolo pezzettino di terra davanti e dietro le loro abitazioni e sono abituati dunque sin da piccoli a curare il giardino o l’orto.

L’'ortoterapia comprende l'attività di giardinaggio, la coltivazione di piante e di ortaggi, attività queste che permettono la cura dell’ansia attraverso la stimolazione dei sensi del tatto, dell’olfatto e della vista. Tutti noi sappiamo quanto faccia bene una passeggiata nel bosco o in un parco cittadino quando si è molto stressati e stanchi: la semplice visione degli alberi e dei colori dei fiori riesce a risollevare il morale anche ai malati, ai disabili ed ai depressi.

Se tutto questo è vero, si può comprendere come un rapporto attivo con la natura possa ulteriormente favorire le proprietà terapeutiche naturali dei luoghi ‘verdi’.

Così come gli animali, utilizzati nella ‘pet therapy’, la ortoterapia lavora con un materiale ‘vivente’: le piante e serve per curare particolari disabilità o il semplice disagio (stress, depressione, ansia, vecchiaia, tossicodipendenza, stato di detenzione ecc.). Nei ‘giardini terapeutici’ si trova o si ritrova la fiducia nelle proprie capacità di far vivere, crescere e curare un essere vivente, si sviluppa un metodo di lavoro, che consente di raggiungere un obiettivo, rappresentato dalla crescita della pianta. Fornisce dunque nuove motivazioni e nuovi stimoli ed in questo senso, è in grado di dare un sostegno molto importante a persone che soffrono di gravi patologie, come quelle che hanno semplicemente 'il male di viverè. Molto importante è anche il lavoro di gruppo nell'’ortoterapia, che può facilitare la socializzazione (autismo, stati paranoici, handicap fisici ecc.). Un altro aspetto positivo di questa terapia ‘verde’ è il fatto che richiede uno sforzo fisico, anche se limitato ed è dunque utile nei casi di astenia o nelle convalescenze.

Data la grande quantità di ricerche che si stanno producendo sull’argomento in Canada, in America ed in Gran Bretagna è ormai nata la figura dell’’ortoterapista’, che si occupa della progettazione dello spazio verde dove curare i pazienti: è lui che stabilisce le dimensioni ottimali e l’orientamento del parco, la scelta delle piante più adatte, nonché gli strumenti e gli arnesi più adeguati da offrire ai pazienti, in relazione al loro problema.

In Italia non esiste ancora un ‘garden’ progettato ex novo per praticarci l'’ortoterapia, ma vengono, in alcune case di cura ed in alcune comunità, utilizzati i parchi già esistenti.

E pensare che i ‘giardini all’'italiana' sono famosi in tutto il mondo ed hanno abbellito, sin dal rinascimento, le ville ed i palazzi di tutti i nobili europei… Ma gli anglosassoni amano sicuramente la natura più di noi ed è forse per questo che hanno pensato a questa cura, forse così banale, ma anche così efficace: un po’ l’uovo di Colombo.

Le piante consigliate in terapia sono in genere le piante da fiore e quelle aromatiche, perché stimolano rispettivamente la vista e l’odorato; per stimolare il senso del tatto vanno bene le piante con foglie pelose.

Il professor Roger Ulrich dell’Università del Texas, responsabile del Center for Health Systems and Design Colleges of Architecture and Medicine, in base alle sue ricerche sull'argomento ha potuto constatare che, prendendo due gruppi di pazienti il più possibile omogenei quanto a età, patologia e peso corporeo, il gruppo che gode di una ‘vista verde’ si riprende molto più rapidamente dall’'operazione chirurgica, essendo meno stressato e più carico psicologicamente.

Se anche queste ricerche si rivelassero incerte o poco scientifiche, possiamo comunque affermare che sicuramente l'ortoterapia non ha controindicazioni, né effetti collaterali, per cui è senz'altro un ottimo rimedio per chi vuole curarsi con metodi naturali.

 

 

 

   

 

ORTOTERAPIA E RIABILITAZIONE

Ci sono  casi in cui la cura dell'orto "cura" non solo i prodotti  vegetali, ma anche la salute delle persone.
E'  quanto capiterà a partire dai prossimi mesi al Centro Cardinal  Ferrari di Fontanellato, grazie a una convenzione firmata con  il Parco Regionale Boschi di Carrega.
Obiettivo: la realizzazione  di un orto giardino dedicato alla terapia occupazionale.
L’idea  terapeutica dell’orto giardino nasce all’interno dei percorsi di Terapia  Occupazionale studiati dagli esperti del CCF per coinvolgere  maggiormente alcuni pazienti con esiti di grave cerebrolesione  acquisita, prevalentemente di natura cognitivo-comportamentale
“E’ un progetto – spiega la neurologa Donatella Saviola  responsabile del Day Hospital del CCF - che mira ad aumentare le  autonomie e migliorare la qualità di vita e si basa sull’osservazione  costante dei pazienti effettuata in questi anni”.
Il  progetto infatti fa riferimento ad un’analisi, svolta da un team  multidisciplinare del centro, dalla quale risultava che i pazienti  denunciavano spesso solitudine dopo la fase di riabilitazione  intensiva, con scarse risposte rispetto al recupero  delle autonomie extradomestiche, al reinserimento scolastico e  socio-lavorativo.
La nuova proposta lascia ben sperare, come ha  documentato già la prima fase di sperimentazione.
I gruppi, composti  da 5 partecipanti, hanno lavorato ogni giorno per un mese, con  supervisioni di 90 minuti.
Nonostante la metà dei partecipanti fosse  compresa, inizialmente, tra un livello insufficiente e scarso per  quanto riguarda la capacità mnesica e di problem-solving,  in tutti i partecipanti si è verificato un incremento della  motivazione alle attività (solo due casi di assenza a una  seduta nell’intero mese) con sviluppo di relazioni sociali che poi si  sono mantenute anche all’esterno dei 90 minuti di terapia.
In 3  soggetti, particolarmente penalizzati dal punto di vista  mnesico, si è sviluppata la capacità di svolgere compiti  semplici, riproposti periodicamente, come innaffiare o  strappare le erbacce.
“Con la nostra esperienza pilota –  continua la Saviola - abbiamo osservato che la terapia di gruppo,  tramite il coinvolgimento nella cura di un orto-giardino, favorisce la  partecipazione e l’aggregazione, che difficilmente si otterrebbero,  invece, coi metodi tradizionali, cioè in sedute di terapia  cognitivo-comportamentale strutturate a tavolino”.